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Scienze

All’Azienda agricola “La Fagiana”

Cronaca della visita alla risaia

Ieri, 10 Maggio 2011, siamo andati con la classe a visitare le risaie di Eraclea dell’azienda “La Fagiana”. Appena arrivati ci ha accolti un dipendente dell’azienda che ha iniziato a spiegarci le varie fasi di lavorazione del riso.Risaia

Le risaie sono campi completamente allagati dall’acqua, la cui altezza varia a seconda dell’altezza delle piantine di riso. Quando la piantina raggiunge i venti centimetri l’acqua deve essere circa dieci centimetri, in modo che le radici stiano nel fango e le foglie all’aria, infatti la pianta del riso è tropicale, ma non necessariamente acquatica.

Il riso è il cereale più mangiato al mondo e l’Italia è la maggior produttrice in Europa.

Mediamente una persona del Nord Italia consuma circa dieci chilogrammi di riso all’anno, una del Sud circa sei chilogrammi, ma una persona orientale ne consuma cento chilogrammi all’anno.Piantine di riso

La risaia è un ottimo habitat per molti animali di valle, il livello dell’acqua viene mantenuto costante da una serie di canali con delle chiuse, quando è troppa viene prosciugata dalle idrovore e per livellare il terreno prima vengono arati i campi, poi concimati e infine con un laser si appianano i terreni tutti allo stesso livello.

Un tempo si infilavano le piantine già germogliate in una semenzaia, il lavoro veniva fatto a mano dalle mondine.

Oggi vengono seminati i grani di riso direttamente nel terreno con una macchina seminatrice, si attende che le piantine crescano di qualche centimetro per poi allagare il campo con acqua dolce proveniente dal canale Brian che raccoglie l’acqua dal fiume Livenza.Risone

Durante la primavera si tolgono le piantine infestanti con dei diserbanti, anche questo un tempo veniva fatto dalle mondine.

In Settembre si falcia la paglia del riso con una mietitrebbia che separa i chicchi dalla paglia, la quale torna nel terreno come concime.

Il risone, ancora grezzo con la buccia (lolla), viene essiccato e messo in un decorticatore per la pilatura passando attraverso la pila che separa la lolla dai chicchi.

Infine, passa nella sbiancatrice che toglie lo strato più esterno del chicco chiamato “pula” e viene tolto anche il germe con quale potrebbe germogliare.Spighe del riso

Con gli scarti del riso si ottengono combustibili, lettiere per gli animali, cibo per animali di valle e silicio per le acciaierie.

Il riso sbiancato viene confezionato, controllato e infine messo in una cella frigorifera.

Per le insalate di riso si usa spesso la qualità integrale non sbiancata, un po’ meno digeribile ma ricca di fibra e sali minerali.

(Classe 4^ A)

Viaggio lungo il Sile

Il ventinove settembre duemiladieci siamo andati in gita con i ragazzi di quinta elementare della scuola Vivaldi.
La mattina, arrivati davanti al panificio, abbiamo messo in bagagliaio gli zaini e ci siamo messi in fila per salire in pullman e eravamo tutti felici di partire per questa nuova avventura.
Il viaggio è stato tranquillo, siccome io ero da sola, dopo cinque minuti è venuta Alice a sedersi vicino a me, e, da quel momento ci siamo divertite.
Prima dell’arrivo al parco naturalistico abbiamo fatto scendere i ragazzi di quinta perché dovevano andare in gommone. Noi della classe quarta siamo rimasti in pullman perché dovevamo andare in un parco naturalistico con una guida di nome Martina.
Per arrivare al parco naturale, Martina, la nostra guida ci ha detto un po’ di cose.
Entrati nel parco naturale siamo stati attenti alle pozzanghere e dovevamo stare in silenzio.
La guida, strada facendo, ci raccontava delle cose.
Abbiamo visto dove nasce il Sile.
La guida ci ha mostrato delle varie piante, dopo siamo andati a vedere i FONTANASSI ed erano uno spettacolo anche se non si vedevano molto, si vedevano solo dei cerchietti che si espandevano.
La guida ci ha fatto fare merenda sotto la grande quercia, dopo aver fatto merenda abbiamo fatto la foto di gruppo, dopo siamo ripartiti per andare alla TORBIERA e c’era un sentiero di sabbie mobili dove Hentus è sprofondato sporcandosi tutto di fango.
Alla torbiera la guida ci voleva portare in un sentiero ma era ancora peggio di quello dove si è infangato Hentus.
Lungo il percorso abbiamo trovato delle piume.
Dopo essere tornati in pullman siamo andati a mangiare al lago di Santa Cristina, dopo aver mangiato abbiamo giocato un po’ e alle quattordici circa siamo andati in gommone.

Alla partenza con il gommone ero felicissima perché era da tanto che aspettavo quel momento.
Nel momento della cascatella mi sono divertita un mondo!!!
Abbiamo visto tante piante, i buchi fatti dal picchio…
Arrivati al lago di Santa Cristina c’era Diego che faceva le foto. Milena ha raccolto un po’ d’acqua del lago con una bottiglietta.
E’ stata un’avventura da ragazzi e vorrei rifarla subito e sempre…

Osservo un fungo

Descrizione del cappello di un fungo

Osservazione di un fungo coltivatoOggi, 3 Marzo 2011, ho osservato uno champignon e adesso posso descriverlo: questo fungo ha un grande cappello circolare con la superficie ricca di macchioline, penso provocate dal maltempo.
La lunghezza del cappello va dai 4 ai 4,5 cm e di altezza misura 3 cm.

Quando lo tocco percepisco una grande sensazione di morbidezza e di umidità e, se gli levo la pellicina che gli ricopre il cappello e poi gli tocco la superficie, mi restano le mani “oleose” che odorano di muschio.

Al suo interno ci sono delle lamelle, piccole lame marroni non taglienti e da queste cadono le spore che sono i semini dei funghi, che li riproducono.

Descrizione del gambo e del corpo

Sotto il cappello di un fungoHo provato a staccare il gambo dal cappello e si è staccato a pezzi, però ho potuto lo stesso toccarlo ed era liscio e piuttosto asciutto, il suo interno era dello stesso materiale dell’ esterno e sotto di esso spuntavano delle specie di radici che in verità sono loro il vero fungo e allora quel “materiale” che prima io chiamavo fungo, in verità, quello è il frutto del fungo.

Ho capito che quando vado a raccogliere il frutto del fungo devo prendere un coltello per tagliare solo il frutto e nascondere con un po’ di terra il fungo per permettere la riproduzione di un altri funghi.

(Davide)

Volete sapere qualcosa di più sui funghi? Un nostro compagno ha portato il n° 82 del giornalino “Focus Junior”, dove si racconta “Il magico mondo dei funghi“. L’articolo lo abbiamo trovato anche in rete a questo indirizzo: http://www.focusjunior.it/Cose_curiose/Special/2010/ottobre/il-magico-mondo-dei-funghi.aspx

 

Visita al torronificio

La muffa sulle vinacce

Osservando la muffa sulle vinacce mi sono accorta che la muffa era una cosa gommosa e fragile, perchè quando Maurizio la toccava, rimaneva l’impronta del dito. L’aveva schiacciata forte ed aveva corso il rischio di romperla.
Essa era di colore verde militare, sembrava muschio perchè era pelosa ed avevo la stessa sensazione; all’inizio era bianca e dopo è diventata verde.
Come ha fatto a cambiare il colore?
Le vinacce mi sono sembrate uvette secche che vendono nei supermercati confezionate per fare i dolci.
L’odore si sentiva un po’ meno, ma si sentiva sempre, un po’ più diverso però da quando abbiamo schiacciato l’uva e non avevo quel prurito sulle mani; oppure  appiccicose, come la prima volta che ho toccato le vinacce.
La muffa non era appiccicosa.  All’inizio pensavo che fosse tutta muffa, invece era uno strato soltanto con sotto le bucce e gli scarti degli acini. Gli scarti mi sono sembrati  un po’ induriti, era quasi che la muffa avesse travolto le vinacce.
La muffa bianca sembrava polverina e anche zucchero a velo. Quando l’abbiamo vista al microscopio mi è sembrato di vedere un soffione senza gambo attaccato ad un altro con una specie di ragnatela e anche dei biancospini con una ragnatela.
Era bellissimo vederle e non sembrava neanche possibile che si potesse vedere quella cosa.
La seconda muffa, cioè quella verde, assomigliava ad una ragnatela che luccicava, perchè c’era una polverina bianca che sembrava neve.

Anna B.

Muffa sulle vinacce

Osservando la muffa sulle vinacce mi sono accorto che si è formato una specie di piano verde militare e toccandola mi sembrava una spugna.
Ai lati della ciotola c’erano i resti delle vinacce e c’era anche della polvere. Per un po’ di tempo ho pensato che ci fosse del liquido sotto, ma invece non c’era; ho capito che non c’era annusando lo strofinaccio che avvolgeva la ciotola, perché odorava di vino e adesso penso che il liquido sia evaporato ma non in aria, ma sullo strofinaccio che per me ha catturato il suo odore.
Guardando meglio in mezzo alla specie di schiuma verde militare mi sono accorto che c’erano dei vinaccioli.

Quando ho guardato la muffa bianca al microscopio mi sono accorto che sembrava una ragnatela di cristallo tutta brillantinata con in centro un batuffolo di lana. Guardando, invece, la muffa nera al microscopio mi sembrava dei rametti neri con sopra foglioline argentate.

Davide V.

Osservando la muffa che si è formata sopra le vinacce, ho notato che dal colore bianco sporco ha preso un colore strano: verde militare. Ho provato ad annusare; rispetto alla puzza che aveva la settimana scorsa, devo dire che ha quasi perso tutto l’odore!
Oggi ho potuto anche vedere la muffa che avvolgeva una secca buccia. Sembrava che, quella pallina bianca al centro, fosse un pianeta circondato da una specie di ragnatela che assomiglia a delle costellazioni.
Ho visto un’altra immagine al microscopio; ora, la muffa ingrandita, sembra la brina quando, di mattina, si appoggia ad un ramo, mi immagino anche la neve posata su un ramo che fa da braccio ad un pupazzo di neve.
Sopra alle bucce secche ho toccato questa specie di spugna verde militare: da una parte è dura, invece dall’altra si poteva cogliere. Nei contorni della ciotola, si è formata un po’ di polvere ed alcune vinacce si erano appiccicate… forse con un pò di mosto che, all’inizio, è rimasto.
Le vinacce inoltre hanno preso un colore violaceo, marroncino.
Questo a causa della muffa?
Questo esperimento ha aperto la mia fantasia, ad immaginare cose magnifiche… ma soprattutto mi ha fatto capire che a volte anche le cose più semplici sono frutto di grandi e complicate trasformazioni.

by Micol

OSSERVIAMO LE VINACCE

 Oggi, insieme alla maestra Rosa, abbiamo osservato e vinacce che avevamo lasciato sopra un armadio in classe, in una ciotola di plastica, coperta da uno strofinaccio. Rispetto a come le avevamo lasciate, quando la maestra ha tolto lo strofinaccio, mi sono accorto che l’aspetto era cambiato.
Infatti, erano coperte di una sostanza morbida e appiccicosa, di colore verde militare, striata di bianco.
La parte bianca era più dura e consistente di quella verde. Questa sostanza è la MUFFA. La maestra non ci ha ancora spiegato la formazione della muffa.

Ho anche notato che la muffa è formata da piccolissime parti verdi che si sono unite e resi visibili. Si sono attaccate, oltre che sulla superficie, anche alle pareti del vassoio. Toccando la muffa, mi sono reso conto che si compattava. Per spiegarmi meglio: è stato come prendere della neve e stringerla tra le mani, facendola diventare una massa compatta.§
Dopo aver toccato la muffa ho avuto l’impressione che il grigio-verde fosse diventato più intenso rispetto a quando abbiamo tolto lo strofinaccio.

La maestra poi ci ha fatto vedere la muffa al microscopio. Ha messo sul vetrino del microscopio un po’ di muffa. Uno alla volta abbiamo visionato la muffa ingrandita. Ho potuto osservare che vi erano tantissimi filamenti intrecciati che sembravano delle ragnatele pelose. I filamenti erano luccicanti e bianchi. La maestra ha collegato il microscopio alla lavagna e abbiamo visto lo sfondo nero con dei puntini luminosi.
L’odore della muffa era sgradevole, pungente, sapeva un po’ di marcio e ammuffito.

Carlo

Oggi abbiamo osservato come è cambiata la muffa dentro la ciotola delle vinacce. Stranamente io non sento più quella puzza infernale che si sentiva prima quando annusavamo queste bucce, forse è perchè mi sono un po’ tappata il naso, ma altri bambini l’hanno sentita. Sopra alle vinacce ho notato che c’è tipo del muschio di un colore bianco-grigio-verde-marroncino. Sembra peluria, ma in realtà non so neanch’io che cos’è. C’è anche una sostanza bianca vicino, a forma anche lei di peluria, in modo da far sembrare che alla prima sostanza ci avessero aggiunto un pò di latte! Provo a toccarle entrambe e sento che non si sente la pelurietta ma quelle specie di muffe sono dure, un pò ruvidette e cioè sembra che il peletto neanche ci sia. Dato che si vedono un pò le vinacce, noto che si sono un pò rinsecchite rispetto a qualche settimana fa: ciò significa che, probabilmente, quel succo che era rimasto nelle bucce ora è depositato sul fondo.
Rosa ci ha mostrato alla lavagna delle immagini al microscopio e si vedevano delle palline bianche: vuol dire che si sta formando altra muffa. Guardo al microscopio le due peluriette e vedo che nella prima mi sembrano due ragni che stanno costruendo una ragnatela con una bestiolina intrappolata, mentre l’altra era tutta luccicante!
E’ stata un’ esperienza bellissima!       
(Francesca C.)